giovedì 23 ottobre 2008

La stufa egoista


"Non si arriverà mai alla realizzazione degli imperativi etici per mezzo dei programmi di una società, per quanto numerose diventino le società che pongono l'amore per il genere umano nel primo paragrafo del loro programma. Il predicare amore, come si suol fare, é come dire ad una stufa che si trova in una stanza fredda: "Cara stufa, il tuo dovere morale é quello di riscaldare la stanza!". Potremmo continuare a dirglielo per giorni e giorni; la stufa non si sognerà mai di riscaldare la stanza! Così gli uomini non si sognano di amare il prossimo, sebbene per secoli si sia predicato loro che é dovere amarsi reciprocamente. Mettete invece l'Io umano in contatto con tutto il contenuto del mondo, cominciate col farlo partecipe a ciò che si sprigiona dai fiori fisici, da tutte le bellezze della Natura, e poi vedrete che questa partecipazione sarà a sua volta la base dell'interesse superiore che l'uomo può acquistare per i suoi simili.
Imparando a conoscere esseri umani, nature umane, l'uomo impara affettivamente, quando sta di fronte al suo prossimo con gli occhi negli occhi, a comprendere i suoi difetti e i suoi pregi. Una tale saggezza, nata da una comprensione vivente del mondo, si trasmette al sangue, alle opere, alla volontà, e genera ciò che si chiama "l'amore per gli uomini". E come non avete bisogno di cinguettare davanti alla stufa: "Cara stufa, il tuo dovere é di scaldare la stanza!", ma basta che la riempiate di legna e vi appicchiate il fuoco, così si dovrebbe dare all'uomo legna e fuoco per accendergli l'anima, per illuminarla e riscaldarla; cioé la conoscenza vivente del mondo, che dà la comprensione della natura umana, e l'armonico accordo dell'Io umano col resto del mondo esterno. Da tale conoscenza nasce pure il vivente amore per gli uomini, quell'amore che può fluire da cuore a cuore, che unisce gli uomini e li porta a riconoscere che le azioni compiute solo per sé, uccidono, inaridiscono, mentre le azioni che si effondono benefiche nella vita altrui, sono una proiezione che si riflette poi sulla nostra forza stessa. Così, mercé l'egoismo giustamente inteso, il nostro Io diventa ricco e capace di evoluzione, mentre sviluppiamo il più possibile il nostro Sé a contatto col Sé degli altri, e nutriamo in noi non solo sentimenti nostri, ma sentimenti di compassione per gli altri (nel senso letterale della parola.). Così la scienza dello spirito considera la natura dell'egoismo."
(Rudolf Steiner, "Metamorfosi della vita dell'anima").

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