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sabato 14 marzo 2009

Il tempo: un guardiano



"Il sonno offre una buona immagine della morte appunto perchè durante il sonno l'uomo è sottratto alla scena ove lo attende il suo destino. Mentre si dorme, su quella scena gli eventi continuano a svolgersi. Per un certo tempo, non abbiamo nessuna influenza sul loro decorso. Eppure la nostra vita di oggi dipende dagli effetti delle azioni compiute ieri.La nostra individualità si reincarna realmente ogni mattina nel mondo delle nostre azioni. Ciò che durante la notte era separato da noi, ci avvolge per così dire durante la giornata."
(R. Steiner,Teosofia,O.O. n° 9)

giovedì 26 febbraio 2009

Norfieddu, Dea Madre e... le figure femminili





















































Ancestrale Contemporaneo,
Carnevale Iglesiente 2009

19 FEBBRAIO
PRIMA APPARIZIONE
La notte del primo giorno, le maschere del Carnevale Iglesiente, girano silenziose, come ombre fuggite al destino della contemporaneità, per le vie del centro storico.
Il loro compito è quello di catturare e liberare la popolazione iglesiente impadronendosi degli aspetti negativi manifestati durante l’inverno ( sospetto, invidia, indifferenza, testardaggine, saccenza, intrigo). Norfieddu in quanto spirito, non ancora imprigionato in un pupazzo, gira libero scatenando il panico e stimolando, per reazione, proprio quegli umori negativi che la gente si tiene ancora dentro. Ad ogni reazione negativa, le maschere catturano l’atteggiamento liberando la persona da questa negatività.

24 FEBBRAIO
SECONDA APPARIZIONE
La seconda sera vede protagonisti i personaggi-vittima, cercare sostegno per il processo che si terrà nella serata finale. Le vittime di quest’anno sono tutte donne, quattro maschere raffiguranti la quattro condizioni-stagioni della donna. Tra le vie del centro le vittime prescelte vengono attaccate dalle maschere tipiche, cariche delle negatività che hanno preso dalla popolazione. Norfieddu cercherà di difenderle, ma gli atteggiamenti negativi fanno subito strada nei cuori delle vittime ed il povero folletto, brutto e nero come la miniera, contribuisce solo ad aumentare il panico tra le donne. Solo la Dea Madre sembra consolare Norfieddu, mentre la popolazione non da alcun peso ai suoi avvertimenti, scambiandolo per un pazzo e ridendo del suo buffo movimento.

28 FEBBRAIO
PROCESSO E ROGO DI NORFIEDDU
Quest’anno il processo racconta il confronto tra il bello ed il brutto, il buono e cattivo, in una parodia grottesca giocata tra l’ancestrale ed il contemporaneo. Come sempre le sei maschere tipiche ( Suspettosu, Intragneri, Oghiànu, Indiferenti, Corriatzu e Sabiu) e le altrettante vittime di questi atteggiamenti danno vita al Processo, al corteo ed al Rogo di Norfieddu. L’inquisitore, processerà e condannerà Norfieddu reo di tutti i mali, compreso quello di aver istigato e plagiato le quattro vittime ( tzia Pipia, tzia Isposa, tzia Mamma e tzia Viuda). In realtà sono stati l’Inquisitore e le altre maschere, mentre il povero spiritello cercava di difenderle, ma questo la gente, ignara dei linguaggi, dei riti e dei significati ancestrali, non lo sa. La Dea Madre in persona protegge lo spiritello Norfieddu, sostituendolo con un pupazzo che andrà al rogo al suo posto, illudendo la gente di essersi liberata dei mali, ma soprattutto appagando lo spirito negativo delle maschere tipiche, che dopo il rogo faranno ritorno nell’inverno. In questo modo anche gli atteggiamenti negativi della popolazione ritorneranno nella normalità, senza gli eccessi manifestati in questo periodo. Lo spirito di Norfieddu ritornerà il prossimo inverno, dopo l’estate, l’autunno e con il suo spirito libero darà inizio alla primavera, alla rinascita della terra, della gente, di questa terra, di questa gente, la più bella, la più vera del Mediterraneo. Alla festa il pupazzo, alla tradizione il significato.
"Norfieddu scancioffau d'anti abbruxau" sancisce la cittá all'unisono, e se ne torna a casa a prepararsi per la Quaresima.

Pino Giampà

lunedì 23 febbraio 2009

Carnevale ad Iglesias:"Norfieddu scancioffau d'anti abbruxau"








"NORFIEDDU" ( Maschera tipica iglesiente.Idea e realizzazione: Pino Giampà)


Sulla scia dei buoni risultati raggiunti lo scorso anno, il programma per il Carnevale 2009 si fonda su tre principi fondamentali: un programma di qualità, il coinvolgimento attivo della cittadinanza e la riproposizione del Processo e del Rogo a Norfieddu.

L'intento del progetto è quello di dare alla manifestazione una dimensione popolare, puntando al coinvolgimento di tutta la città, perchè i cittadini siano i veri protagonisti della festa. Non solo spettatori ma protagonisti. I giorni scelti per lo svolgimento delle principali manifestazioni sono: giovedì 19 febbraio, martedì 24 febbraio e sabato 28 febbraio.

NORFIEDDU. In riferimento al Processu a Norfieddu, la rievocazione sarà affidata anche quest'anno al Prof. Pino Giampà. Il titolo scelto per l'edizione 2009 è “Ancestrale e Contemporaneo”. Il Processo a Norfieddu si svolgerà in Piazza Municipio e sarà preceduto da due “apparizioni” per le vie del Centro Storico.
Prima apparizione. La notte del primo giorno le maschere del Carnevale Iglesiente, ancestralmente ispirate agli umori tipici della popolazione, girano silenziose e minacciose per le vie del centro storico, come ombre fuggite al destino della contemporaneità.
Seconda apparizione. La seconda sera vede protagonisti i personaggi, vittime degli avvenimenti di quest’anno, cercare sostegno per il processo che si terrà nella serata finale.
Processo a Norfieddu. Quest’anno il processo vedrà a confronto il bello ed il brutto, il buono e cattivo, in una parodia grottesca giocata tra l’ancestrale ed il contemporaneo. Come sempre le sei maschere tipiche (Suspettosu, Intragneri, Oghiànu, Indiferenti, Corriatzu, Sabiu) e le altrettante vittime di questi umori daranno vita al Processo, al corteo ed al Rogo di Norfieddu.
Come ormai tradizione il pupazzo gigante di Norfieddu sarà realizzato e portato in corteo dal Gruppo Folk “Città di Iglesias”.












venerdì 6 febbraio 2009

Percorsi e dialoghi...nel quotidiano "scarabocchiarsi" della vita.


(NATO FRASCA'."Vendome". Parigi, 1961.Tecnica mista su carta.)

"L'Arte è, comunque, quell'attività creativa che permette, meglio di ogni altra incombenza o lavoro, di stabilire rapporti vitali completi, soddisfacenti e armonizzanti la persona umana ma, come sottolinea Jung, a patto che si istaurino rapporti creativi tra il singolo e gli elementi archetipali che emergono dall'inconscio; grazie a questo processo di trasformazione dinamica attivo-creativa, sotto forma di elementi archetipici, tali forme arcaiche presiedono (come le forze ctonie della mitologia) alla vita dell'inconscio e non debbono essere né subite, né ignorate ma interiormente accettate come poli di una dialettica creatrice.
Il dialogo creatore con sé stessi è proprio quanto si può e si deve agire attraverso l'autentica azione artistica; per quanto essa va considerata implicitamente terapeutica e altamente scientifica (se scienza è conoscenza, e nuova conoscenza è vera co-nascenza).
Nel dialogo artistico riescono fondersi, grazie alla turbolenza creativa che metabolizza e trasforma, sia le forze coscienti che quelle inconscie: sta all'artista raggiungere quell'equilibrio che non permetta a nessuna di esse di agire sopraffazione sull'altra."
(Nato Frascà, da "L'arte all'ombra di un'altra luce. Viaggio nello scarabocchio degli adulti attraverso la Psiconologia".Progetto editoriale di Franca D'Angelo Frascà. maggio 1998, Roma.)

giovedì 15 gennaio 2009

'E l'ora!


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sabato 27 settembre 2008

La piccola porta di casa


L’ occhio di S. Lucia è la piccola porta di casa di un mollusco chiamato Astrea rugosa (Bolma).



L'Astrea rugosa è chiamata anche trottola rugosa per la sua conchiglia grande a forma di trottola. Negli esemplari giovani la conchiglia presenta delle spine pronunciate. Ha una colorazione beige e il margine dell'asse è rosso-arancione. L'opercolo calcareo di questa specie è chiamato occhio di Santa Lucia ed è sempre stato ritenuto un portafortuna. Vive su fondali rocciosi, dove si nutre di alghe. L'animale secerne, oltre alla conchiglia che è la sua abitazione e la sua protezione, un opercolo calcareo ricoperto di uno strato corneo che utilizza come "porta di casa" quando si ritira completamente all'interno della conchiglia. E' proprio l'opercolo che ha reso famoso e quindi molto ricercato il nostro soggetto. L'occhio ha una colorazione intensa e molto bella che può variare dall'arancio, al rossiccio, al bruno; la forma è tondeggiante-ellittica, spiralata piatta e bianca nel lato unito all'animale, convessa e colorata quella esterna.
Da sempre l'occhio di Santa Lucia ha trovato impiego in gioielleria e bigiotteria nella realizzazione di deliziosi ciondoli, orecchini, anelli, ecc.. Fino a qualche decennio fa veniva pescato casualmente dai pescatori nelle cui reti rimaneva impigliato. L'avvento dei respiratori autonomi ad aria compressa, e comunque l'aumento dei subacquei anche apneisti, ha permesso a molti di scendere nel suo ambiente naturale e ne ha permesso così una più facile cattura, nonostante una buona mimetizzazione esterna (con alghe ed altri organismi) della conchiglia. In molte zone ove il mollusco era comune, è divenuto adesso assai raro e di piccole dimensioni.
Eppure esiste un modo, innocuo per soddisfare le richieste di mercato e la vanità femminile: il metodo è molto semplice, basta comprendere che anche "l'Astraea rugosa" è predata dai nemici naturali che si cibano del mollusco lasciando sul fondo la conchiglia e l'opercolo, di conseguenza è sufficiente raccogliere l'opercolo vagante, alcune volte portato dalle onde fino a riva. Con questo metodo potrebbe capitare di trovare qualche opercolo rovinato dall'abrasione che si viene a creare con la sabbia (proporzionalmente al tempo trascorso dal decesso dell'animale), comunque molti opercoli quando è deteriorata la parte colorata, vengono montati mostrando la spirale bianca, con un effetto ancora gradevole.

sabato 23 agosto 2008

6° serata artistica a "Notteggiando"(Iglesias) dedicata a J. Beuys. Pino Giampà e Mauro Atzeni: Scultura in legno ed Antroposofia



Grazie per le foto a Mauro Rizzo!(nella foto l'allievo del Liceo Artistico di Iglesias Alessio Farris sotto la guida del maestro Mauro Atzeni)!















(Ritratto di J.Beuys, realizzato durante l'happening dall'ex allieva del Liceo Artistico di iglesias Manuela Murtas)
Notteggiando in difesa della natura con Joseph Beuys e Rudolf Steiner

Per il penultimo appuntamento della rassegna estiva della città di Iglesias con Notteggiando, D'apres d'estate dedica all’artista tedesco Joseph Beuys e al pensiero di Rudolf Steiner una serata all’insegna del rapporto tra arte e natura, invitando alla partecipazione, a varcare la soglia solitaria della contemplazione per entrare dentro il luogo dove il rituale dell'arte apre la coscienza individuale verso i cammini irreversibili del sociale e del cosmico.
Condotta come sempre da Pino Giampà e Giorgio Orrù con la sapiente regia di Oscar Bello, vedrà la partecipazione straordinaria, insieme agli studenti diplomati al Liceo Artistico di Iglesias e dell'artista Laura della Gatta (Matia).
La serata, accompagnata dalle musiche originali dei DEEP RED Soldiers.si concluderà con l’asta delle opere il cui ricavato sarà devoluto in borse di studio per i ragazzi provenienti dal Liceo artistico cittadino, iscritti all'Accademia di Belle Arti di Brera.

 Ringraziando tutti coloro che hanno comprato le tele realizzate finora, permettendo di raggiungere un incasso che supera i 1.000 euro, ricordiamo che il Comune, tramite il Sindaco Pierluigi Carta e l'Assessore Cinzia Guaita, si è fatto promotore di un iniziativa per garantire comunque il raggiungimento della cifra programmata per la borsa di studio: l'asta insisterà sempre con una base di 1 euro.


Joseph Beuys (Krefeld, Germania 1921-Düsseldorf 1986), artista sciamano. Figura profetica ed emblematica, è uno dei rari personaggi più significativi della scena artistica mondiale del secondo dopoguerra.Il Maestro tedesco fin dai primi anni Sessanta si è imposto come uno dei protagonisti dell’Arte contemporanea d’avanguardia. Ha partecipato alle prime manifestazioni del gruppo Fluxus e ha poi delineato il suo lavoro nell’area delle performances e dell’impegno politico, sociale, umanitario ed economico. Ha fondato movimenti culturali come l’Organizzazione per la Diretta Democrazia e la Free International University. Sono memorabili alcune sue proposizioni concettuali in forma di slogan: Ogni uomo è un artista, La Rivoluzione siamo Noi, Kunst=Kapital, Difesa della Natura. Presente alle rassegne internazionali più prestigiose da Documenta di Kassel alla Biennale di Venezia, ha tenuto un’importante antologica al Guggenheim Museum di New York. Le opere di Joseph Beuys sono conservate nei maggiori musei del mondo.

Rudolf Steiner nasce il 27 febbraio 1861 a Kraljevic (allora Impero Austro-Ungarico, oggi Croazia).
Nel 1879 Steiner inizia i suoi studi di matematica e scienze all'Università di Vienna frequentando anche corsi di letteratura, filosofia e storia occupandosi a fondo, fra l'altro, di studi su Goethe. A Weimar nel 1890 diviene collaboratore dell'Archivio di Goethe e Schiller. Sempre nello stesso anno, la sorella di Nietzsche propone a Steiner di curare il riordino dell'archivio e degli scritti inediti del fratello.
Nel 1891 si laurea in filosofia con una tesi su temi di gnoseologia che verrà pubblicata nel suo primo libro "Verità e scienza" nel 1892. Nel 1894, invece, pubblica un altro celebre scritto la "Filosofia della Libertà ".
Dal 1897, senza avvelersi di manoscritti, Steiner inizia la sua attività di insegnante e conferenziere che lo porterà in giro per il mondo effettuando più di 6000 conferenze e pubblicando 28 libri su argomenti che spaziano dalla filosofia, alla medicina, dalla matematica e fisica all'agricoltura, dall'economia alla pedagogica e all'architettura. Le conferenze, poi stenografate, sono raccolte assieme agli scritti in 354 volumi che costituiscono l'opera omnia di Steiner.
Nel 1904 appare "Teosofia, introduzione alla conoscenza sovrasensibile all'autodeterminazione umana": il libro stimola Kandinsky (che scriverà, influenzato da Steiner "Lo spirituale nell'arte". In quel periodo viene edificato a Dornach (Basilea, Svizzera) il Goetheanum, progettato da Steiner interamente in legno, a doppia cupola. Nella notte di San Silvestro del 1922, però, l'edificio viene distrutto da un incendio. Rudolf Steiner realizza prontamente un secondo edificio interamente in cemento armato (edificato, dopo la sua morte, tra il '25 e il '28). Muore a Dornach, vicino Basilea (Svizzera) il 30 marzo 1925.
L'eredità poderosa di conoscenze innovative e di iniziative che Steiner ci ha lasciato hanno prodotto nel mondo una vasta serie di iniziative nei vari campi delle attività umane tra cui emerge l'agricoltura biodinamica, la medicina antroposofica, l'euritmia, l'arte della parola, la pedagogia steineriana (scuole waldorf), l'architettura vivente.

domenica 10 agosto 2008

I Piedi - i pesci - l'Acquario


"Solo, solo, solo", immalinconito e quasi disperato, in questa parte deserta dell'isola, vede finalmente passare un pesce: un "delfino", con duplice qualità, di pesce e di mammifero, punto di passaggio fra l'acqua e la terra. Passaggio che dovrà essere effettuato dallo stesso Pinocchio. Informato Pinocchio circa la strada da percorrere per giungere ad un centro abitato, il delfino parla di un altro pesce, enorme, mostruoso, probabile divoratore del padre con tutta la barchetta. Ancora una corrispondenza. Pinocchio, dopo l'esperienza della prima nottataccia, finisce con i piedi bruciati, che gli vengono rifatti dal padre, per poi vederseli immobilizzati nella tagliola, all'ultimo atto dell'esistenza secondo la natura vegetale. L'esperienza della seconda nottataccia finisce con l'incontro col pesce, rapporto con un vertebrato acquatico - primo fra tanti altri - all'inizio della prossima esistenza secondo natura animale. Nel cosiddetto "uomo zodiacale", antica raffigurazione in cui le varie parti del corpo vengono messe in connessione con i segni zodiacali, ai Pesci corrispondono, per l'appunto, i piedi. La Scienza Occulta chiarisce: i Pesci sono discendenti di quell'entità, che, nella separazione del Sole dalla Terra, rappresentano le prime strutture materiali della forma umana. Nella nostra epoca il Sole sorge nella costellazione dei Pesci. Negli antichi Misteri l'Iniziazione in rapporto con la costellazione dei Pesci fu quella per la quale passò Gesù di Nazareth per accogliere il Cristo. Inoltre, l'acquisizione della realtà del Sè spirituale, sarà possibile per l'uomo solo quando avrà purificato tutto l'astrale, quando avrà superato ogni egoismo, quando avrà realizzato l'esperienza del Cristo. Subito dopo il periodo, che si vive in rapporto con la costellazione dei Pesci, verrà il periodo della correzione del Sole con la costellazione dell'Acquario. Epoca dell'Acquario dopo la fine dell'attuale quinta epoca. Questa connessione col Cristo e con l'Acquario permette di spiegare perchè Pinocchio rifiuti ogni proposta nel Paese delle Api industriose, fino a che non gli si presenta la Fata, nell'aspetto appunto, dell'Acquario.(Marcello Carosi, "Pinocchio, un messaggio iniziatico", Ed. Mediterranee, 2001)
Grazie a Mauro Rizzo per il suo piede!

giovedì 7 agosto 2008

Equilibri sottosopra: Nuraghe



Grazie a Lorenzo Macciò, giovane artista a piedi in aria e capo sulle dune di Porto Pino!

domenica 20 luglio 2008

Distrazione volitiva


"Praticamente l'esercizio consiste nel donarsi a un pensiero o ad un sentimento attraente, sino a una fase controllabile di soggezione ad esso: di colpo poi lo si lascia, per dedicarsi ad un altro pensiero, o sentimento, non attraente: nel quale ci si sprofonda, con identica donazione di sè. Tutto ciò da cui si è presi in modo da non poterne fare a meno, è il male, anche se si tratta di impulsi in apparenza spirituali. Un impulso di bontà o di moralità, quando è autentico, non domina l'Io, perchè è espressione dell'Io. Anche un impulso spirituale deve passare per il vaglio della determinazione cosciente. Gli impulsi di bontà e generosità possono riconoscersi autentici, quando sono la trasformazione degli impulsi inferiori del corpo astrale: essi costituiscono una pregnante vita dell'anima, in cui sostanza si esprime l'Io reale. La presenza di questo Io reale nel mondo è già azione trasformatrice: qualsiasi forma di questa azione è relazione dell'Io, che non deve prendere la mano all'Io. La virtù della relazione viene dallo Spirito, non può venire da esaltazione moralistica: che è quasi sempre finzione, o recitazione dello Spirituale.
L'esercizio della distrazione volitiva ha il compito di liberare l'anima non soltanto dalle forze avverse allo Spirituale (Ahrimane), ma anche da quelle della recitazione spirituale (Lucifero).
Anche l'uso di un impulso morale può divenire illecito, se non è la decisione dell'Io, bensì della brama del corpo astrale. La scienza della moralità è anzitutto una Scienza della Libertà, ossia una Scienza dell'Io. I veri mali del mondo sono il prodotto di una moralità usata non dall'Io, ma dal suo opposto: moralità su cui dialetticamente non c'è nulla da obiettare, ma sostanzialmente ingannatrice dell'uomo e organizzatrice della sistematica alienazione dell'umano, in quanto è solo formale: il suo contenuto sistematico non viene dallo spirito della fraternità, bensì dell'avversione." (M. Scaligero, Manuale pratico della meditazione, Tilopa edizioni, 1984, Teramo-Roma).

Testa o Croce?


"Quando l'uomo nasce, la testa è già in modo preminente "corpo". Ciò vuol dire che l'elemento animico-spirituale che la forma e la elabora come testa, si è in certo modo impresso nella forma della testa fisica. Questa è la ragione per cui nella testa - che è la prima a formarsi nel corso dell'evoluzione dell'embrione umano - viene a manifestarsi in modo speciale l'elemento spirituale e animico dell'uomo. Che relazione vi è tra il corpo, in quanto "testa", e l'elemento animico e quello spirituale? La testa è "corpo" già pervenuto al massimo di perfezione possibile, essa ha già compiuto in precedenti stadi dell'evoluzione tutto quanto era necessario per la sua trasformazione da animale a uomo: per tutto ciò la testa ha la possibilità, dal punto di vista fisico, di essere formata nel modo più perfetto. L'anima è invece collegata con la testa in modo tale che il bambino, quando nasce, e anche nei primi anni del suo sviluppo, sogna nel capo tutto l'animico. E lo spirito, nella testa, dorme." (dall' Undicesima conferenza di R.Steiner, Arte dell'educazione.I-Antropologia.)

sabato 5 luglio 2008

EROI


Grazie ad Alfredo per le sue vigorose sculture!

“Se tutto lo spazio del mondo
fosse chiuso da termini certi e finito,
già sceso nel fondo sarebbe l’ammasso
della materia a causa del peso e sotto
la volta del cielo più nulla vivrebbe
e il cielo né il sole sarebbero affatto:
giacché accumulata sarebbe da tempo
infinito nel basso l’inerte materia.
Ma ora, com’è naturale, i germi dei corpi
non hanno mai tregua perché non esiste
un fondo ove possan cadere e fermarsi;
e sempre con moto continuo accorrono atomi
a formare le cose, da tutte le parti
ed anche da sotto, veloci, dall’infinito.”

(Lucrezio, De rerum natura, Libro I, vv.988-1002)

L'albero di susine


"Perchè la personalità di un uomo riveli qualità veramente eccezionali, bisogna avere la fortuna di poter osservare la sua azione nel corso di lunghi anni. Se tale azione è priva di ogni egoismo, se l'idea che la dirige è di una generosità senza pari, se con assoluta certezza non ha mai ricercato alcuna ricompensa e per di più ha lasciato sul mondo tracce visibili, ci troviamo allora, senza rischio d'errore, di fronte a una personalità indimenticabile". (Jean Giono - "L'uomo che piantava gli alberi" - Salani Editore, 1999, Milano)

lunedì 30 giugno 2008

La magia degli occhi




“…la percezione e la rappresentazione degli occhi.
‘E immediatamente evidente che gli occhi reali non possono essere riprodotti attraverso le immagini. Gli occhi che vedono sono in costante movimento, le pupille si espandono e si contraggono, il colore tende a cambiare con la luce, l’umidità varia; anche le palpebre e i contorni modificano incessantemente l’aspetto dell’occhio.
Senza questa influenza, l’”arte” del trucco non sarebbe mai nata. Il contesto trasforma l’aspetto dell’occhio, anche se è quasi impossibile prevedere in anticipo la natura di tale trasformazione. Esperienza, tradizione e un processo di tentativi ed errori contribuiscono a indicare all’esperto di trucco i mezzi per creare l’”aspetto gentile”.[fig.107]. Nel vederlo, lo riconosciamo perché le corde della nostra risposta sono state toccate nel modo giusto, ma ciò che percepiamo è il significato, non i mezzi.
Questa reazione immediata è talmente preponderante che risulta avvilente scoprire quanto sia difficile rispondere a domande specifiche sulla forma e l’aspetto dell’occhio umano. Naturalmente, tale difficoltà non sarà sentita dagli oftalmologi, né dagli artisti formatisi alla maniera tradizionale, ma la maggior parte di noi esiterà di fronte alla richiesta di disegnare una sezione orizzontale della testa (fig. 108) all’altezza dell’attaccatura del naso, indicando la conformazione esatta delle orbite. Emerge allora che abbiamo nella nostra mente una immagine schematica della posizione degli occhi quando essi sono visti frontalmente e un’altra, meno accurata, del loro profilo, ma per la maggior parte delle persone è difficile visualizzare con precisione il passaggio da una visione all’altra, benché sia un’esperienza che facciamo costantemente. Confesso di dover toccare gli angoli dei miei occhi per essere pienamente consapevole del loro rapporto spaziale.
Questa tendenza a ricercare il significato anziché a registrare l’aspetto reale del mondo è stato un tema costante degli educatori artistici che intendano modificare il nostro atteggiamento. Non negherei neanche per un momento che scoprire il vero aspetto delle cose imparando a disegnare o studiando arte possa essere un’esperienza eccitante e liberatoria, ma sono incline a mettere in discussione l’assunto che la ricerca del significato sia semplicemente una forma di pigrizia mentale. Non saremmo in grado di operare in assenza di questo principio vitale che Bartlett chiamava “la tensione verso il significato”.
Io ritengo che questo principio faccia parte del nostro retaggio biologico. Non sappiamo se la nostra reazione agli occhi sia innata (come sospetto) o appresa attraverso una sorta di imprinting precoce, ma è evidente che la capacità di riconoscere gli occhi, e persino la direzione dello sguardo dei nostri simili è di grande utilità per la sopravvivenza. ‘E essenziale saper quando e come veniamo guardati per rispondere adeguatamente alla minaccia o all’invito di un’altra creatura. […] questa vantaggiosa consapevolezza ha portato anche altre specie a reagire alla configurazione standard di due occhi, che potrebbe servire come segnale di avvertimento della presenza di un predatore in agguato. Ciò spiegherebbe la frequenza con cui certe falene hanno ali segnate da “occhi”, il che sembra dissuadere gli uccelli dall’avvicinarsi. Quando tali segni sono artificialmente offuscati, le falene vengono più spesso divorate dai predatori.
Nemmeno chi non è comportamentista si azzarderebbe a dire che i segni sulle ali hanno prodotto una illusione negli uccelli, se per illusione intendiamo uno stato di coscienza o una falsa credenza. Molto probabilmente, l’uccello viene stimolato a reagire senza la possibilità di una riflessione conscia. Ma proprio questo è il punto: la reazione precede la riflessione, sia dal punto di vista filogenetico sia da quello psicologico. Ciò che ci distingue dagli animali non è l’assenza di risposte automatiche, ma la capacità di investigarle e sperimentarle.
Ho fatto ricorso a questo metodo nella Storia dell’arte, dove chiedevo al lettore di disegnare su un foglio un volto senza occhi e osservare poi la sensazione di sollievo che si prova quando si aggiungono, in un secondo momento, due puntini che gli permettano di guardarci. Quando ho scritto questo libro, non conoscevo ancora tutto il peso dei dati antropologici che mostrano la forza e l’immediatezza di questo tipo di reazione. Nello Sri Lanka l’atto di dotare di occhi una statua del Buddha è vincolato da una serie di tabù, perché si ritiene che nel dipingere gli occhi l’artigiano infonda vita nell’effige. L’effetto suscita un timore reverenziale, al punto che neanche allo stesso artigiano è consentito di guardare mentre questa trasformazione miracolosa ha luogo. Egli dipinge gli occhi stando di spalle rispetto alla statua e controlla l’operazione in uno specchio; a nessun altro è permesso di assistere alla cerimonia. Una volta terminato l’atto sacro, l’artigiano deve purificarsi e, se omette queste precauzioni, si esporrà a sanzioni sovrannaturali. Richard F.Gombrich, a cui devo questo resoconto, sottolinea la paradossalità della situazione. Qualunque buddista sa che il Buddha è entrato nel Nirvana e si è perciò liberato dalla ruota dell’esistenza. Razionalmente, dunque, l’immagine del Buddha non può essere altro che un simulacro in grado di celebrare il ricordo del grande maestro. Ma l’uomo non è soltanto un essere razionale, e così reagirà affettivamente all’immagine come se fosse possibile guardarla negli occhi. Il rituale attesta la forza di una illusione che viene esplicitamente negata dalla dottrina cognitiva che l’accompagna.
Eppure, l’illusione non riguarda la realtà visiva, bensì il significato: gli occhi sembrano donare la vista all’effige. Ma non è esattamente questa la reazione che abbiamo quando guardiamo gli altri esseri umani? Li vediamo guardare. Anche se razionalmente sappiamo che non vi è alcuna differenza nell’aspetto esterno fra un occhio vedente e uno cieco, e che persino un occhio di vetro può ragionevolmente simulare tale aspetto, sono pronto a sostenere che è falso e non corrisponde all’esperienza il dire che qualunque occhio appaia come un globo vitreo. Compito dell’artista non è dunque necessariamente riprodurre un facsimile dell’occhio, ma piuttosto trovare il modo di stimolare la risposta in uno sguardo vivo.
Differenti stili hanno adottato mezzi assai diversi per risolvere questo problema, a cui spesso si aggiungono i tabù menzionati sopra. Sarebbe certamente interessante, alla luce di queste considerazioni, indagare la varietà di mezzi con cui l’occhio umano è stato reso nella storia dell’arte.
Vi sono ampie prove nella storia della scultura che documentano le difficoltà sperimentate dagli artisti nel modellare correttamente un volto a tutto tondo. Le orbite sono di frequente inserite in un viso appiattito e non mancano i profili schiacciati. Per quanto riguarda la forma dell’occhio, vi è una intera gamma di possibilità, dal semplice puntino all’occhio artificiale di un pupazzo di cera. Ciò che può sembrare strano allo storico dell’arte è fino a che punto alcune convinzioni adottate in certi periodi o da certi artisti contraddicessero l’aspetto reale. La tradizione giottesca prediligeva occhi obliqui, che sembrano quasi a mandorla; Poussin (fig. 112), invece, dava un tale risalto al contorno degli occhi che le sue figure spesso presentano lo sguardo fisso e vuoto delle statue classiche che tanto ammirava. Ci è impossibile indovinare in che modo tali deviazioni dalla realtà fossero accolte dai contemporanei degli artisti non essendo abituati a soluzioni alternative. Utilizzando l’espressione che ho riportato sopra, si potrebbe dire che abbiamo acquisito una diversa
“impostazione mentale” attraverso l’”assuefazione culturale”, per cui non reagiamo più spontaneamente alle rappresentazioni degli occhi. Proprio perché la nostra risposta non è più spontanea, vediamo questi occhi non tanto come tali quanto come forme lievemente strane sulla tela. […] la scoperta della possibilità di aggiungere un lampo di luce all’occhio facendolo brillare accrebbe la forza d’attrazione dell’immagine. […] il metodo più stupefacente è quello escogitato dallo scultore settecentesco Houdon. Il marmo è naturalmente ancora meno capace dei pigmenti di imitare l’aspetto di un occhio vero; così egli ricorse all’audace espediente di inserire un pezzo di pietra sporgente per rappresentare il lampo dell’occhio. (fig. 115). […] Quanto più un maestro riesce a convincerci che l’immagine ci guarda, tanto più è improbabile che ci rendiamo conto di cosa effettivamente componga l’immagine stessa. L’artista ha trasformato l’immagine in una presenza vivente.
Potremmo dire che gli occhi sembrano reali, sebbene gli occhi reali non somiglino affatto alle relative rappresentazioni. Sono consapevole del fatto che, sul piano logico, questa proposizione è assurda. Se a è uguale a b, anche b deve essere uguale ad a. Altrove ho sostenuto però che questa relazione simmetrica non descrive ciò che percepiamo come somiglianza nell’arte. Mi sono spinto oltre col suggerire la seguente formulazione: il mondo non somiglia a una rappresentazione, ma quest’ ultima può somigliare al mondo. La parola chiave è, naturalmente, “somiglianza”. A mio avviso, siamo meno consapevoli dell’aspetto delle cose che della nostra risposta ad esse. Se certe configurazioni percettive possono davvero “innescare” specifiche reazioni perché ciò fa parte della nostra eredità biologica, è chiaro che tali reazioni sono adeguate alla sopravvivenza nel mondo reale, non alla contemplazione delle immagini. Se ho ragione a sostenere che anche sotto questo aspetto siamo più affini agli animali di quanto il nostro orgoglio sia disposto ad ammettere, ciò porta a supporre che, proprio come gli animali, non conosciamo e non abbiamo necessità di essere consapevoli dell’apparenza reale del mondo. Di primo acchitto potrebbe sembrare che una simile consapevolezza sia necessaria all’artista che voglia ottenere una configurazione alla quale l’osservatore reagisca come se fosse un aspetto della realtà. In Arte e illusione ho dimostrato che anche questa conclusione non corrisponde a verità: persino l’artista deve procedere a tentoni, per tentativi ed errori, fin quando non scopre la configurazione che produce la risposta desiderata.
Tale risposta non è necessariamente visiva, ma, chiaramente, può esserlo. Non è difficile convincersi che vediamo più cose nell’immagine dell’occhio che è sulla tela di quante ve ne siano nelle pennellate dell’artista. In altri termini, la risposta al significato indirizza la nostra proiezione, e noi crediamo di vedere forme e colori che in effetti non sono presenti…”. (Sentieri verso l’arte. I testi chiave di Ernst H. Gombrich. E.H.Gombrich- Leonardo Arte, Milano, 1997.)

venerdì 20 giugno 2008

LA COMPILAZIONE: cosa diventa un modulo senza la sua griglia?

DOMANDA DI UTILIZZAZIONE O DI ASSEGNAZIONE PROVVISORIA
PER LA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO - ANNO SCOLASTICO 2008/2009
RISERVATO ALL’UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE
Protocollo. N.
del / /
ALL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE
Note
(1) Solo per le domande di assegnazione provvisoria (si ricorda che il docente può presentare domanda di assegnazione provvisoria solo per i motivi
indicati nell'art.7, comma1 del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009)
(2) Solo per domande di utilizzazione
(3) Solo per la scuola di precedente titolarità per la quale si usufruisce della precedenza (art. 8 comma 1 punto II lettera c), C.C.N.I. delle utilizzazioni
per l’a.s. 2008/2009)
(4) Qualora il docente sia in possesso del titolo polivalente dovrà barrare le tre caselle
(5) Nel caso non venga barrata alcuna casella, il docente partecipa solo per cattedre interne alla scuola
(6) Limitatamente alle classi di concorso della scuola secondaria di I grado per i docenti appartenenti a classi di concorso in esubero nella provincia
(7) Se si richiedono gradi diversi di istruzione si devono compilare più moduli. La richiesta per il grado di titolarità ha priorità rispetto alle altre
(a) Riservato agli uffici dell’USP
Mod. U3
SEZIONE B - DATI ANAGRAFICI
SITUAZIONE ANAGRAFICA
COGNOME NOME
DATA DI NASCITA PROVINCIA DI NASCITA
giorno mese anno sigla provincia per esteso
RESIDENZA ATTUALE
comune sigla
c.a.p. via telefono
provincia per esteso
SEZIONE A
Valida per:
Assegnazione Provvisoria
Utilizzazione
(1) Per la provincia di
sigla provincia per esteso
COMUNE DI TITOLARITA’
CLASSE DI CONCORSO/TIPO POSTO DI TITOLARITA'
COMUNE DI SERVIZIO
SITUAZIONE DI RUOLO (riferita al 01/09/2008)
Grado di istruzione di titolarità
infanzia primaria I grado II grado
SCUOLA DI TITOLARITA‘
SCUOLA DI SERVIZIO
SEZIONE C (2)
1. Punteggio spettante per l'utilizzazione:
2. Il docente è soprannumerario, art. 5 comma 8 del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009:
3. Il docente di cui all'art. 2, comma 1 lettera e) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009:
1 (a)
2 (a) SI NO
3 (a) SI NO
4. Il docente di cui all'art 2, comma 1 lettera c) e i) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009: 4 (a) SI NO
5. Il docente è appartenente a classe di concorso in esubero nella provincia: 5 (a) SI NO
,
SEZIONE D - PRECEDENZE
6. Il docente usufruisce della precedenza prevista per non vedenti di cui all'art.8 comma 1 punto I lettera a) del C.C.N.I.
delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009: 6 (a) SI NO
7. Il docente usufruisce della precedenza prevista per gli emodializzati di cui all'art.8 comma 1 punto I lettera b) del
C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009: 7 (a) SI NO
8. Il docente usufruisce della precedenza di cui all'art.8 comma 1 punto III lettera d) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per
l’a.s. 2008/2009:
9. Il docente per motivi di salute ha necessità di cure di cui all’art.8 comma 1 punto III lettera e) del C.C.N.I. delle utiliz-
zazioni per l’a.s. 2008/2009 effettuabili solo nel comune di:
8 (a)
9 (a)
SI NO
10. Il docente usufruisce della precedenza di cui all'art. 8 comma 1 punto III lettera f) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per
l’a.s. 2008/2009:
10 (a) SI NO
11. Il docente usufruisce della precedenza di cui all'art. 8 comma 1 punto IV lettera g) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per
l’a.s. 2008/2009: 11 (a) SI NO
12. Il docente usufruisce della precedenza di cui all'art. 8 comma 1 punto IV lettera h) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per
l’a.s. 2008/2009: 12 (a) SI NO
13. Il docente usufruisce della precedenza di lavoratrice madre/padre avente un figlio di età inferiore a 3 anni (art.8
comma 1 punto IV lettera i) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009) : 13 (a) SI NO
14. Il docente usufruisce della precedenza (1) :
a) art. 8 comma 1 punto VI lettera k) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009
b) art. 8 comma 1 punto VII lettera l) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009
c) art. 8 comma 1 punto VIII del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009
14a
14b
14c
(a) SI NO
(a) SI NO
(a) SI NO
SEZIONE E - UTILIZZAZIONI CON PRECEDENZA (2)
15. (a)
17. Punteggio spettante (3):
Nel caso in cui il docente esprima altre preferenze nella Sezione N, verrà trattato in subordine su di esse
17 (a)
UTILIZZAZIONE NELLA SCUOLA DI PRECEDENTE TITOLARITA'
Dizione in chiaro Codice scuola
18.
19.
(a)
CONFERMA DOCENTI UTILIZZATI NEL PRECEDENTE ANNO SCOLASTICO
Dizione in chiaro Codice scuola
Classe di Concorso
20.
Tipo Posto
22. (a)
UTILIZZAZIONE NELLA SCUOLA DI SERVIZIO (art. 8 comma 1 punto V lettera j) del C.C.N.I. delle utilizzazioni per l’a.s. 2008/2009)
Dizione in chiaro Codice scuola
,
21. Utilizzato su altra classe di concorso in quanto titolare su classe di concorso in esubero 21 (a) SI NO
16. Tipologia di posto di precedente titolarità 16 (a)
Normale Sostegno
SEZIONE F - ESIGENZE DI FAMIGLIA (1)
SEZIONE G2 - ALTRE INDICAZIONI (2)
23. Ricongiungimento al coniuge, al convivente o al familiare nel comune di:
23 (a)
26. Comune dove possono essere assistiti il coniuge, i figli minorati, tossicodipendenti, etc :
26 (a)
24. Numero dei figli di età inferiore ai sei anni: 24 (a)
25. Numero dei figli di età superiore ai sei anni ma non superiore ai diciotto: 25 (a)
29. Il docente esprime la volontà di essere utilizzato anche su posti di durata inferiore all'anno: 29 (a) SI NO
28. Il docente chiede altresì di essere messo a disposizione: 28 (a) SI NO
30. Il docente esprime la volontà di essere utilizzato su attività e progetti previsti dall'art. 3 c. 1 del C.C.N.I. delle utilizza-
zioni per l’a.s. 2008/2009
30 (a) SI NO
SEZIONE H - TITOLI POSSEDUTI
31. Minorati della vista Minorati dell'udito Minorati psicofisici (a)
ABILITAZIONI PER IL I GRADO
TITOLI DI SPECIALIZZAZIONE PER IL SOSTEGNO (4)
32. (a)
ABILITAZIONI PER IL II GRADO
33. (a)
Codici classi di concorso
Codici classi di concorso
SEZIONE I - TIPI POSTO
34. Il docente intende partecipare per: posti di sostegno
Cattedre tra scuole dello stesso comune
Cattedre tra scuole dello stesso comune
e cattedre trascuole di comuni diversi
posti normali
35. Il docente richiede anche il tempo prolungato:
36. Richiesta cattedre articolate su più scuole (5):
35
36
(a) SI NO
A
B
SEZIONE G1 - RICHIESTA ALTRO GRADO DI ISTRUZIONE (1)
27. Ordine di gradimento della presente domanda di assegnazione provvisoria (1°, 2°, 3°) (7) 27 (a)
37. (a)
SEZIONE L - ULTERIORI CLASSI DI CONCORSO PER CUI CHIEDE L'ASSEGNAZIONE PROVVISORIA OLTRE ALLA CLASSE DI CONCORSO
O POSTO DI CUI E' TITOLARE
Data / / FIRMA DEL DOCENTE
SEZIONE N - PREFERENZE
CODICE DIZIONE IN CHIARO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
39. In caso di non soddisfacibilità delle preferenze espresse, il docente chiede, ai fini del trattamento d'ufficio, che lo scorri-
mento della catena di viciniorità inizi dal comune/distretto (2):
(a)
38. (a)
SEZIONE M - ULTERIORI CLASSI DI CONCORSO (2)
Codici classi di concorso (6)
39.
AVVERTENZA
La compilazione del presente modulo di domanda avviene secondo le disposizioni previste dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445,
“TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI IN MATERIA DI DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA”.
In particolare:
- I dati riportati dall’ aspirante assumono il valore di dichiarazioni sostitutive di certificazione rese ai sensi dell’articolo 46; vigono, al riguardo, le dis-
posizioni di cui all’articolo 76 che prevedono conseguenze di carattere amministrativo e penale per I’aspirante che rilasci dichiarazioni non corrispon-
denti a verità.
- Ai sensi dell’articolo 39 la sottoscrizione del modulo di domanda non è soggetta ad autenticazione.
SEZIONE N bis - PREFERENZE
CODICE DIZIONE IN CHIARO
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
38b. (a)
SEZIONE M bis - ULTERIORI CLASSI DI CONCORSO
Codici classi di concorso del II grado
SEZIONE I bis - TIPI POSTO
34b. Il docente intende partecipare per: posti di sostegno
Cattedre tra scuole dello stesso comune
Cattedre tra scuole dello stesso comune
e cattedre trascuole di comuni diversi
posti normali
35b. Le preferenze di sede espresse sono valide anche per corsi serali:
36b. Richiesta cattedre articolate su più scuole (5):
35b
36b
(a) SI NO
A
B
DOMANDA DI UTILIZZAZIONE VERSO LA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO
SOLO PER I DOCENTI APPARTENENTI A CLASSE DI CONCORSO IN ESUBERO NELLA PROVINCIA
18b.
19b.
(a)
CONFERMA DOCENTI UTILIZZATI NEL PRECEDENTE ANNO SCOLASTICO
Dizione in chiaro Codice scuola
Classe di Concorso
20b.
Tipo Posto
21b. Utilizzato su altre classi di concorso in quanto titolare in classe di concorso in esubero 21b (a) SI NO
SEZIONE E bis
AVVERTENZA
La compilazione del presente modulo di domanda avviene secondo le disposizioni previste dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445,
“TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI IN MATERIA DI DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA”.
In particolare:
- I dati riportati dall’ aspirante assumono il valore di dichiarazioni sostitutive di certificazione rese ai sensi dell’articolo 46; vigono, al riguardo, le dis-
posizioni di cui all’articolo 76 che prevedono conseguenze di carattere amministrativo e penale per I’aspirante che rilasci dichiarazioni non corrispon-
denti a verità.
- Ai sensi dell’articolo 39 la sottoscrizione del modulo di domanda non è soggetta ad autenticazione.
DOMANDA DI UTILIZZAZIONE VERSO LA SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO
SOLO PER I DOCENTI APPARTENENTI A CLASSE DI CONCORSO IN ESUBERO NELLA PROVINCIA
Data / / FIRMA DEL DOCENTE

lunedì 9 giugno 2008

Mary Poppins cercasi*


mercoledì 28 maggio 2008

Non "vedi un tubo"?



Se vuoi avere una visione "stereo":
1- avvicina il naso all'immagine
2-lascia lo sguardo fisso
3-distanziati lentamente senza sforzarti di mettere a fuoco
4-se vedi un tubo... fermati qui!...se non vedi... vai al 5° punto
5-esercita la percezione nella dimensione dello sterogramma. link su titolo del post!

giovedì 22 maggio 2008

Oblò



profondità in superficie

giovedì 15 maggio 2008

Proiezioni

sabato 10 maggio 2008

Buon weekend!