venerdì 13 giugno 2008

Flemma e aikido



“ Quando noi, alla ricerca della padronanza della nostra arte, abbiamo raggiunto il limite della potenza e delle capacità di cui disponiamo, l’uso della forza e della velocità non porta all’apprendimento, ma ad un ulteriore rafforzamento di vecchi modi di agire. […] Aumentate la frequenza dei battiti cardiaci, fate dell’esercizio fisico e vi adagiate nell’apparente padronanza delle tecniche. Fate affidamento sullo slancio e vi sentite soddisfatti di essere armonizzati e di muovervi in sincronia con l’attacco. Arrivate a conoscere i partner di pratica – la loro capacità di muoversi agevolmente, le loro tendenze, i loro schemi di movimento – e vi muovete come un’esperta coppia si muove su una pista da ballo. Siete davvero convinti di avere il poter di affrontare ogni situazione? Oppure tale potere è limitato agli incontri schematizzati in cui vi impegnate affrontando un particolare partner o operando all’interno di una situazione controllabile? […]
Vi chiedo di muovervi lentamente, per divenire consapevoli di voi stessi, per comprendere come organizzare e usare il vostro ego, e come estendervi per mettervi in contatto con l’attaccante. Voi seguite il consiglio di muovervi lentamente, almeno per le prime quattro o cinque ripetizioni: ma poi, cosa accade? Cominciate ad aumentare la velocità dell’esercizio, finchè la consapevolezza viene messa in secondo piano rispetto allo sfoggio di forza, mentre vi affaticate fin quasi allo sfinimento. Cosa avete imparato? Forse una nuova tecnica, che potete o meno ricordare e applicare di nuovo nella pratica, in una prova, o in un confronto con la vita reale. Siete forse più vicini per questo al dominio dell’ego, al controllo dell’organizzazione mentale e fisica che vi consente di agire, alla padronanza dell’energia per affrontare l’ignoto?
Insieme alla padronanza vi è il controllo, che però non implica velocità o forza: esso proviene dalla capacità di organizzarsi e di muoversi in modo efficiente, lasciando che la potenza di questa organizzazione diriga l’azione nel suo complesso, e non soltanto l’agitarsi delle braccia, lo slancio o la forza del tronco: con la fretta, sono questi i gesti che eseguite, trascurando completamente l’azione.
[…] Oggi ho posto alcune limitazioni ai vostri movimenti per stimolarvi a cercare nuovi modi di agire. Ho modificato deliberatamente i vostri schemi di azione, chiedendovi di mantenere i piedi più o meno fermi mentre affrontavate un attacco. Con tali limitazioni non potevate più contare sulle gambe per compensare l’irrigidimento del tronco, né fare assegnamento sullo spostamento del corpo per generare lo slancio nella tecnica.
Dovevate invece trovare nuove fonti di energia dentro voi stessi, per riuscire ad affrontare l’attacco in modo nuovo. Le limitazioni sono state introdotte per aiutarvi a trovare l’energia dal centro: i fianchi, il bacino e la cintola.
Vi ho chiesto di divenire consapevoli della torsione del corpo e di trovare il modo di usarla per favorire l’esecuzione della tecnica. […]
Tutti voi avete iniziato lentamente, perché era una cosa nuova, e dovevate verificare se eravate in grado di ripetere il movimento che vi avevo mostrato. Ben presto però la pratica ha cominciato ad acquisire velocità, mentre il movimento diveniva più agevole. Purtroppo, però, con la velocità è arrivata l’imprecisione: i piedi hanno cominciato a muoversi, la torsione è stata ridotta o esagerata, la continuità nel movimento è scomparsa e le vostre mosse si sono ridotte all’essenziale, avanti e indietro, sosta e ripresa. E ad ogni arresto, ad ogni interruzione del flusso, avete ricominciato ad affidarvi alla forza e allo slancio per completare la fase successiva della tecnica. […] vi chiedo soltanto di cercare di capire perché avete scelto di agire come avete fatto e di stabilire se la vostra intenzione era quella di acquisire una maggiore padronanza dell’arte ed una migliore educazione dell’ego.”

(S.Wrobel- Alla scoperta di sé con l'Aikido: come vivere la propria intuizione e procedere lungo il sentiero dell'illuminazione- Hermes edizioni -2002)

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