sabato 15 agosto 2009
... pensieri
Soggiogato dall’ inganno di uno specchio divertito
mi dirigo senza sosta sul sentiero scivoloso
che dal faro e lungo il dito
apre al vento più impetuoso.
La certezza di sentire le parole di confine
apre strade accidentate nel pensiero che sostiene
divorando tempo e spine
del concetto che non tiene.
Non ricordo come fosse prima del mio breve passo
quale nome avesse il vecchio, né la stoffa che lo adorna.
Nessun segno di mollica nel momento del trapasso
per nutrire d’ abbondanza nuovo corpo che ritorna.
Ma può essere più vero della luce che non tocco?
Luccicante, opaco, freddo, fermo al centro o fuori un pezzo,
pensieroso o tutto tondo, ricucito non c’ è spacco,
lacerato cuore immenso che non sbatte se nel mezzo.
(Maxxe.)
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